martedì 22 aprile 2008

IL MITO DI ER



Il mito di Er, come il racconto sul giudizio dei morti del Gorgia, è posto al termine della Repubblica di Platone.
Questa collocazione gli garantisce, di per sé, un grande risalto: un congedo mitico riesce efficacemente ad accompagnare il lettore fuori dal testo, nel mondo della prassi e della comunicazione orale, con qualcosa che può facilmente ricordare. Nello stesso tempo, questo racconto memorabile è anche un punto di partenza per una riflessione personale: è la conclusione, aperta, di un dialogo filosofico, che serve a ripensare criticamente, all'indietro, i suoi temi. Il ripensamento richiede un coinvolgimento personale consapevole: un mito inserito in una struttura di ragionamenti è qualcosa di enigmatico, di inconcludente e di indecidibile, che chiama il lettore a far lavorare creativamente il proprio logos. Socrate sottolinea il carattere quasi filosofico - e non poetico - del mito, quando, presentandolo, precisa che non si tratta di un apologo di Alcinoo, cioè di una storia come quelle narrate da Odisseo, creazione omerica notoriamente mentitrice, al re dei Feaci. Qualcosa di simile Socrate aveva fatto anche a proposito del giudizio dei morti, quando l'aveva introdotto come un logos con l'apparenza di un mythos. Tuttavia, fra il racconto di Er e la narrazione del giudizio dei morti esiste una importante differenza, per quanto entrambi siano storie sui morti narrate da un morto: Er è uno che ritorna dall'oltretomba, in modo tale che la sua morte non è una semplice contrapposizione alla vita, ma la possibilità di una nuova vita, diversa e migliore. Socrate è morto, ma il suo pensiero non rivive in un'anti-città, come nel Gorgia, bensì qui e ora, se è possibile continuare a discutere e costruirci vite diverse e forse migliori. Er è un soldato valoroso, proveniente dalla Panfilia (una regione mediterranea dell'Asia Minore), che, caduto in battaglia, dopo dieci giorni viene ritrovato intatto fra i cadaveri putrefatti. Dopo altri due giorni, messo sul rogo per essere cremato, ritorna in vita, con la memoria del mondo dell'aldilà, e narra qualcosa di simile ad una esperienza di pre-morte, mediata nelle forme della cultura greca.

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