lunedì 16 gennaio 2012

CICLO BRETONE





Con Materia di Britannia (anche ciclo bretone e ciclo arturiano) si indica l'insieme delle leggende sui celti e la storia mitologica delle isole britanniche, in particolar modo quelle riguardanti re Artù e i suoi cavalieri della Tavola rotonda. Le loro vicende furono elaborate attraverso i secoli in una vasta ed eterogenea serie di testi scritti in numerose lingue (latino, francese, inglese, tedesco, italiano) a partire dal Basso Medioevo. Alcuni dei temi del ciclo arturiano hanno origine nella leggenda; altri sono stati aggiunti nel tempo dalla creatività dei numerosi autori che si sono succeduti.In un certo senso, il ciclo arturiano si può considerare non ancora concluso: numerosi autori moderni (come Mark Twain, John Steinbeck, Marion Zimmer Bradley, T. H. White) vi hanno infatti contribuito, in alcuni casi introducendo elementi di notevole rilievo in seguito entrati nell'immaginario collettivo, insieme ai temi classici.Questa letteratura nacque e si sviluppò nel XII secolo nella Francia settentrionale contemporaneamente all'epopea delle chanson de geste. La materia di Bretagna prende l'avvio dalla fantasiosa Historia regum Britanniae, scritta da un chierico gallese, Goffredo di Monmouth, nel 1135. La storia consiste in una compilazione romanzesca di amori, magie ed avventure e venne liberamente tradotta in versi francesi un ventennio più tardi in Francia nel Roman de Brut dal poeta normanno chiamato Maistre Wace. Essendo tradotta liberamente e in una lingua accessibile al contesto, l'opera divenne subito facilmente accessibile ad un pubblico più vasto e diede l'avvio a una produzione assai ricca (più di cento composizioni in lingua romanza) soprattutto in versi e più tardi anche in prosa. La poesia in area romanza si sviluppa prima della prosa, perché il ritmo e la rima rendono più facile la divulgazione orale e anche la memorizzazione.Il "ciclo bretone" presenta profonde differenze dal genere della Chanson de geste tipica del ciclo carolingio. Esso ebbe il suo sviluppo in ambienti cortesi, dove ben si conoscevano le disquisizioni amorose riportate nel trattato del De amore di Andrea Cappellano e ha come motivo principale non la lotta collettiva contro gli Infedeli, ma l'amore e la ricerca individuale di avventure. Il cavaliere della tavola rotonda, alla corte di re Artù, non è più l'Orlando della Chanson de Roland che muore con tutta la sua schiera a Roncisvalle come un martire, ma è un solitario cavaliere errante che va alla ricerca di prove sempre più difficili per esaltare se stesso e per conquistare la donna amata. Tra le storie più celebri si ricordano le leggende su Merlino e la spada Excalibur, l'origine prodigiosa e l'inizio del regno di Artù, l'amore tra Lancillotto e la regina Ginevra, moglie di Artù, l'amore di Tristano ed Isotta, moglie di re Marco, le vicissitudini, le avventure e le ricerche riguardanti Morgana la Fata e suo figlio Mordred, i cavalieri della Tavola Rotonda, tra cui Galvano, Ivano, Galeotto, Tristano, Palamede il Saraceno e moltissimi altri, la figura di Perceval e il tema del Graal. Una statua di Artù in bronzo con visiera alzata e scudo è tra i cavalieri in lutto alla tomba dell'imperatore Massimiliano I (morto nel 1519), a Innsbruck Tutti questi temi vennero trattati in moltissime opere: tra le prime le più famose furono i romanzi di Chrétien de Troyes, uno dei più grandi scrittori medievali, il Tristan di Béroul il Tristan di Tommaso d'Inghilterra (ca. 1170), i "Lai" di Maria di Francia.

Nessun commento:

Posta un commento