Jean
Piaget nacque il 9 agosto 1896, a Neuchâtel, Svizzera. Suo padre, uno storico
dedito alla letteratura medievale, è descritto da Piaget come "un uomo con
una mente molto coscenziosa e critica, che disdegna fortemente le
generalizzazioni improvvisate e che non teme di dare avvio a una battaglia
quando scopre che una verità storica è rigirata per adattarsi a tradizioni
rispettabili" . Piaget ricorda sua madre come una
persona intelligente, energica e dolce, ma con un temperamento nevrotico che lo
ha portato sia a imitare il padre, sia a rifugiarsi in quello che Piaget ha
chiamato un "mondo privato e non fittizio", un mondo di lavoro serio.
Piaget riconosce che la situazione turbolenta della sua famiglia ha creato in
lui l'interesse per la teoria psicoanalitica. Sarebbe più facile elencare ciò
che non interessava Piaget da bambino piuttosto che ciò che lo interessava. Un
campìone dei suoi interessi comprendeva la meccanica, le conchiglie di mare,
gli uccelli e i fossili. Uno dei suoi primi scritti è stato un opuscolo
(scritto in matita, perché non gli era ancora permesso di scrivere con
l'inchiostro) in cui descriveva un "autovap", un'interessante unione
fra un carro e una locomotiva. La prima pubblicazione di Piaget fu un articolo
di una pagina, su un passero albino che egli aveva osservato nel parco. Questo
risultato fu raggiunto all'età di 10 anni, molto prima che venisse a conoscenza
del detto "pubblica o muori! ". L'interesse di Piaget per le raccolte
esibite al museo di storia naturale locale, gli valsero l'invito del direttore
ad assisterlo nella sua collezione di molluschi di mare. Così Piaget entrò nel
campo della malacologia, lo studio dei molluschi, che catturò la sua attenzione
per anni. Le pubblicazioni di Piaget sui molluschi attrassero in qualche misura
l'attenzione degli studiosi di storia naturale. Senza che fosse conosciuto di
persona, gli fu offerta la cura della sezione mulluschi al museo di storia
naturale di Ginevra. Egli dovette però declinare l'offerta in quanto non aveva
ancora completato la scuola secondaria! Piaget non si sottrasse alle crisi
sociali e filosofiche tipiche dell'adolescenza. I conflitti fra l'insegnamento religioso
e quello scientifico lo stimolarono a leggere avidamente Bergson, Kant,
Spencer, Comte, Durkheim e William James, fra gli altri. Questa inquietudine
filosofica viene espressa in un romanzo filosofico, pubblicato nel 1917. Che
questo romanzo non divenne un best-seller lo si può capire leggendo frasi come
queste: "Ora non ci può essere consapevolezza alcuna di queste qualità,
perciò queste qualità non possono esistere, se non c'è relazione fra di esse,
se cioè non sono mescolate in una qualità globale che le contiene pur
mantenendole distinte", e "una teoria positiva della qualità che
prenda in considerazione solo le relazioni di equilibrio e disequilibrio fra le
nostre qualità". Piaget osservò che "nessuno parlò
di quello scrhto, ad eccezione di due filosofi indignati".
Piaget continuò a scrivere intorno a una quantità di questioni .filosofiche.
Egli annota: "Scrissi anche se lo facevo solo per me stesso, poiché non
potevo pensare senza scrivere, ma doveva essere fatto in modo sistematico, come
se si trattasse di un articolo da pubblicare". In questi
scritti si possono ritrovare temi che sono fondamentali nei successivi scritti
di Piaget, quali l'organizzazione logica delle azioni e la relazione fra le
parti e il tutto. Piaget completò i suoi studi formali in scienze naturali e
prese la laurea con una tesi sui molluschi all'Università di Neuchâtel, nel
1918 all'età di 21 anni. Nonostante fino a quel momento egli avesse già
pubblicato più di venti lavori, egli non era per niente ansioso di dedicare la
sua vita alla malacologia. Dopo aver visitato i laboratori di psicologia a
Zurigo e aver brevemente esplorato la teoria psicoanalitica, Piaget passò due
anni alla Sorbonne. Lì studiò psicologia e filosofia. Fortunatamente (per la
psicologia dello sviluppo), Piaget incontrò Théodore Simon, un pioniere nello
sviluppo dei test di intelligenza. Simon, che aveva a disposizione il
laboratorio di Alfred Binet in una scuola di Parigi, suggerì a Piaget di
standardizzare i test di ragionamento di Binet sui bambini di Parigi. Piaget
cominciò il lavoro con scarso entusiasmo, ma il suo interesse aumentò quando
comincio a chiedere ai bambini le giustificazioni alle risposte corrette e
scorrette da loro date. Cominciò ad essere affascinato dai processi di pensiero
che apparivano guidare le risposte. In queste "conversazioni" egli
faceva uso di tecniche psichiatriche che aveva appreso quando intervistava
malati mentali per il corso che seguiva alla Sorbonne. All'insaputa di Simon,
Piaget continuò questo studio per due anni. La successiva pubblicazione di tre
articoli basati sulla ricerca condotta nel laboratorio di Binet gli procurò nel
1921 l'offerta di diventare direttore degli studi all'Istituto J. J. Rousseau a
Ginevra. Piaget progettava di passare solo cinque anni a studiare la psicologia
del bambino (un piano che, fortunatamente, non riuscì). La libertà e le
facilitazioni per la ricerca che Piaget ha avuto in questa posizione nutrirono
le sue tendenze produttive e lo condussero a pubblicare cinque libri: Il
linguaggio e il pensiero del fanciullo (1923), Giudizio e ragionamento nel
bambino (1924), La rappresentazione del mondo nel fanciullo (1926), La
causalità fisica nel bambino (1927), Il giudizio morale nel fanciullo (1932).
Con sua grande sorpresa, i libri vennero letti e discussi diffusamente. Egli
divenne noto come psicologo dello sviluppo, anche se non aveva la laurea in
psicologia. Era molto richiesto per conferenze e in Europa la sua fama crebbe
rapidamente. Questa attenzione del pubblico in qualche modo disturbava Piaget,
anche perché pensava che le idee espresse nei suoi libri fossero preliminari e
poco solide, piuttosto che affermazioni definitive come molta gente riteneva.
Negli anni immediatamente seguenti, Piaget continuò le sue ricerche
all'Istituto, insegnò filosofia all'Università di Neuchâtel, imparò la teoria
della Gestalt, osservò i suoi figli e persino condusse qualche ricerca sui
molluschi nel suo tempo libero! Dal 1929 al 1945, egli occupò diverse posizioni
accademiche e amministrative all'Università di Ginevra, come pure posti
internazionali, come la presidenza della commissione svizzera dell'Unesco.
Intrattenne collaborazioni produttive con Mina Szeminska, Barbei Inhelder e
Marcel Lambercier su temi come la manipolazione di oggetti, le nozioni di
numero, di quantità fisica, di spazio e lo sviluppo della percezione. Venuto a
conoscenza del lavoro di Piaget, Albert Einstein lo incoraggiò ad occuparsi dei
concetti di tempo, velocità e movimento. In seguito a questo suggerimento,
Piaget scrisse due libri stimolanti: Le développement de la notion du temps
chez l'enfant (1946) e Les notions du mouvement et de la vitesse chez l'enfant
(1946). Gli anni Quaranta e Cinquanta furono segnati da ricerche su una
straordinaria varietà di temi: vari aspetti dello sviluppo mentale, filosofia
della conoscenza (la sua vecchia passione), educazione, storia del pensiero e
logica. Fra i suoi titoli c'era quello di Professore di Psicologia
all'Università' di Ginevra e della Sorbonne, Direttore dell'Istituto di Scienze
dell'Educazione e Direttore dell'Ufficio Internazionale dell'Educazione.
Inoltre, fondò il Centro di Epistemologia Genetica, un punto d'incontro per
filosofi e per psicologi. Nel 1969, la American Association assegnò a Piaget il
Distinguished Scientific Contribution Award "per la sua prospettiva
rivoluzionaria sulla natura della conoscenza dell'uomo e dell'intelligenza
biologica". Fu il primo europeo a ricevere tale
riconoscimento. Piaget continuò a studiare il pensiero del bambino fino alla
sua morte che avvenne il 16 settembre 1980, all'età dì 84 anni. Anche durante i
suoi ultimi anni, libri e articoli continuarono a uscire dalla sua casa, il
Centro di Epistemologia Genetica. I suoi ondeggianti capelli bianchi, la pipa,
il berretto e la bicicletta erano una vista familiare a Ginevra. Abbiamo la
seguente descrizione di Piaget a 70 anni: "Si muove in modo deliberato, ma
i suoi occhi azzurri brillano di giovinezza, buon umore ed entusiasmo. Era
benevolo ma non così pesante da assomigliare a Babbo Natale; piuttosto,
richiamava vagamente delle immagini di Franz Liszt che fossero scese fra di
noi". Non si può fare a meno di essere colpiti dalla
straordinaria produttività di Piaget. Una stima conservativa dei suoi scritti
parla di un numero di libri superiore a quaranta e più di 100 articoli solo di
psicologia del bambino. Se si aggiungono le pubblicazioni di filosofia e di
educazione, le cifre si gonfiano ancora di più.
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