Un tipo di cosmogonia simbolica sono spesso considerate le teogonie, come quella cantata dal poeta greco Esiodo, che spiegano l’origine degli dei e narrano dei rapporti e dei legami tra le figure divine, ognuna delle quali simboleggia una componente della realtà sensibile o spirituale, che si uniscono e si combinano per dare vita ad altre figure.
È diffuso anche il tema dell’autofecondazione della prima divinità creatrice: la progenie divina, in seguito, dà vita ad altri dei grazie ad accoppiamenti incestuosi, creando un pantheon fondato su relazioni familiari. Nel racconto babilonese della creazione, Enuma elish, i genitori del mondo partoriscono una prole che in seguito li osteggia; i figli sconfiggono i genitori in battaglia e dal cadavere del genitore sacrificato viene creato il mondo. I mitologi distinguono talvolta i miti della creazione e le cosmogonie dai “miti dell’origine”, che illustrano come vennero generati alcuni elementi del mondo quali i fenomeni atmosferici, gli esseri umani, gli animali o l’assetto sociale. In molti miti l’origine dell’umanità attuale ha luogo dopo la fine di una precedente età perfetta, come nel racconto biblico di Noè o in quello greco di Deucalione e Pirra; nella mitologia africana, l’uovo cosmico si schiude liberando spiriti chiamati Nommo, che in seguito creano il genere umano; nella tradizione del Maghreb, il genere umano emerge da un mondo capovolto e notturno, situato nel ventre della Terra. Una parte rilevante dei miti cosmogonici, infine, concerne l’origine non solo delle entità tangibili, ma anche di quelle altrimenti sensibili e più misteriose come la luce, e di concetti inscindibili da quelli dell’evoluzione del mondo e della vita umana, come il tempo e la morte.
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