Nella
filosofia tradizionale l'ontologia indica lo studio dell’ente, mirato ad
individuarne i caratteri universali e le categorie fondamentali. L’ontologia è
legata indissolubilmente al pensiero di Aristotele che la definisce “prima filosofia”
o metafisica. Il noto filosofo greco descrive l’ontologia come “scienza
dell'essere in quanto essere”. Secondo le dottrine aristoteliche l’ontologia
deve occuparsi dello studio degli esseri nella misura in cui questi esistono:
il suo obiettivo è dunque quello di determinare quali categorie dell'essere
sono fondamentali e di stabilire se, e in che modo, gli elementi di tali
categorie esistono. In tempi più recenti il concetto di ontologia è stato
associato alla tradizione teologica ed in particolare ad alcune questioni
fondamentali relative al divino e alla sua esistenza. La generalizzazione di
tali riflessioni e la loro applicazione ad altri esseri, diversi da Dio, ha poi
determinato una ripresa degli studi ontologici. "Cosa esiste", "Cosa
è", "Cosa sono io" sono tutti esempi di domande importanti
relative all'essere, che consentono di individuare la questione chiave attorno
alla quale ruota l’intera ricerca ontologica, ovvero l’individuazione di un
soggetto, una relazione, ed un oggetto di cui parlare. Se durante il periodo
dell’Illuminismo, e per parte del secolo successivo, il prevalere delle idee di
Cartesio, secondo cui “cogito ergo sum” (penso quindi sono), ha portato a
minimizzare l’importanza di riflessioni mirate alla descrizione dell’essere,
gli studi ontologici hanno invece accompagnato senza interruzione l’intero
corso della storia recente, spingendo i più grandi pensatori verso numerose ed
interessanti riflessioni. Nella maggior parte dei casi l’analisi dei grandi
filosofi si è spinta nella direzione di individuare le categorie fondamentali
dell’essere, ricercando le testimonianze manifeste della sua natura. Nel XX
secolo le numerose scoperte effettuate in campo fisico e scientifico (quali la
teoria della relatività e gli studi sulle particelle) hanno esplorato aspetti
della realtà assolutamente sconosciuti, ponendo una serie di nuovi importanti
interrogativi. Le intuizioni dei ricercatori hanno spinto i filosofi verso
nuovi approfondimenti e l’analisi delle questioni fondamentali poste
dall’ontologia si è arricchita grazie alle nuove conoscenze, dando luogo ad un
notevole progresso che ha influenzato anche altri ambiti del sapere. Oggi la
lunga tradizione degli studi sull’essere e sulle sue categorie, offre spunti
fondamentali per trovare soluzioni efficaci in un ambito la cui rilevanza
diventa sempre maggiore: la gestione della conoscenza (knowledge management).
Cambia l’oggetto dell’analisi, ma i metodi e le direttive dell’indagine sono
simili: individuare le categorie fondamentali della conoscenza e comprenderne
l’essenza e la struttura sono i nuovi obiettivi. A differenza della ricerca
filosofica però, che quasi sempre evita di offrire una risposta definitiva
continuando invece a porre nuovi interrogativi, questi nuovi studi stanno
portando a risultati concreti: le soluzioni adottate, basate appunto
sull’applicazione in ambiti pratici del concetto di ontologia, migliorano
sensibilmente la diffusione e l’utilizzo delle informazioni. In questo contesto
enorme importanza riveste ovviamente la diffusione delle nuove tecnologie
informatiche: i nuovi strumenti di cui disponiamo, uniti alla sapienza che
deriva da una tradizione di pensiero ormai millenaria, consentono di costruire
sistemi realmente potenti per la gestione della conoscenza.
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