sabato 24 dicembre 2011

AVESTA



L'Avestā ("Il Fondamentale" o il "Il Comandamento" [di Zarathuštra]) è il titolo complessivo dei testi sacri dell'antico Iran, appartenenti alla religione mazdeista. L' Avestā ha un carattere preminentemente religioso, ma comprende anche elementi di cosmogonia, astronomia, astrologia, oltre a tradizioni e norme familiari. Il termine Avestā, di formazione moderna, sarebbe riconducibile all'etimo pahlavico abestāg (medio persiano apastāk) che rende: "Fondamento", "Lode", "Elogio" o "Comandamento". Il senso da attribuire è dibattuto dagli iranisti..
La lingua dell'Avestā, detta avestico, è compresa nel gruppo dialettale iranico nord-orientale, così come alla stessa area sono riferite le informazioni geografiche presenti nel testo.
L' Avestā è stato riportato, a partire dal VI secolo d.C., in un alfabeto detto Alfabeto avestico ma che tradizionalmente viene indicato con il nome di Din Dabireh (Scrittura per la religione). Secondo lo storico musulmano del X secolo, Abu al-Hasan 'Ali al-Mas'udi (896-956), originariamente l'Alfabeto avestico si componeva di sessanta lettere e non di quarantotto come invece è in uso oggi. Probabilmente l'Alfabeto avestico origina da una grafia di tipo pahlavico, a sua volta derivata da una di tipo aramaico, in uso nella Persia settentrionale in epoca sasanide con cui l'Avestā veniva precedentemente riportata.
L' Avestā va distinto dai suoi commentari esegetici che sono designati come Zand (o Zend, dall'avestico āzandi,

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