lunedì 30 gennaio 2012

SPINOZA : LA POLITICA

Seppur nella diversità dei caratteri e dei temperamenti anche contrastanti (a motivo dell'influsso delle emozioni), la tendenza degli uomini è quella di vivere in gruppi, di organizzarsi in società. Vi è un diritto naturale che consiste nell'agire degli uomini ciascuno secondo la propria naturale necessità (e come si è visto al punto 3 ciascun uomo è in diritto di vivere secondo la propria natura necessaria), ma la natura non esclude i bassi istinti, l'odio, la discordia, la malvagità, cosicché, per uscire da questo stato che impedirebbe una civile convivenza e un reciproco rispetto, conviene all'uomo rifarsi a quella comprensione dell'intrinseca razionalità del mondo che gli permette di essere libero seppur costretto nella necessità (con riferimento al punto 5). Solo in questo modo, diversamente da quanto afferma Hobbes, "ciascun uomo è un Dio per gli altri uomini" (homo homini deus), in quanto è nella ragione che permette di comprendere il vero significato della realtà che si rispecchia la quieta perfezione di Dio: seguendo la ragione, gli uomini scoprono di essere fatti della stessa sostanza di Dio, si allontanano dai bassi istinti che li confondono e si scoprono manifestazioni della sua perfezione. Se dunque lo stato nasce da una necessità razionale che eviti gli svantaggi della vita regolata dai soli istinti, proprio in ragione di questa razionalità i cittadini non devono trasferire allo stato il proprio diritto individuale in modo assoluto e definitivo, ne deriva che la forma di governo auspicata da Spinoza è la democrazia, l'unica in grado di garantire un controllo razionale dei cittadini sull'operato dei governanti.

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