In un click possiamo abbracciare il mondo ma forse non ne abbiamo davvero una visione reale. Dov’è finita la relazione interpersonale che fonda i rapporti umani sugli sguardi, da sempre lampi che illuminano rapporti e sentimenti? La domanda che si pongono tutti, in particolare sociologi e psicologi è sulla scomparsa dello sguardo nelle “relazioni amorose” delle coppie che si incontrano su Internet. Bisogna guardare ad altri strumenti, ad altre fonti riguardanti il senso dello sguardo e il modo di percepire il senso del “guardarsi” nelle società virtuali? Se lo è chiesto anche il sociologo francese Pascal Lardellier nel suo libro “Cuore web”, dove ha affrontato il tema della scomparsa dello sguardo nelle relazioni amorose delle coppie che si incontrano su Internet. E’ da dubitare che ci sia un vero incontro quando si comunica a distanza, perché tra un filmato con la webcam, una foto e qualche confidenza si finisce per raccogliere una visione frammentata dell'altro, viene a crearsi una sorta di puzzle che ciascuno crea e modifica secondo i propri desideri. Siamo ben lontani dallo sguardo “complessivo e avvolgente” dell'amore. Tra sms, email e videochiamate comunichiamo a distanza in quella che alcuni studiosi francesi hanno descritto, col termine di Michel Foucault, come la “societa' panoptica”, quella della trasparenza totale, percorsa cioè da forme di controllo invisibili che attuano una penetrazione capillare e impercettibile nella vita degli individui rendendoli in realtà non più liberi. Lo sguardo virtuale non è sguardo reale, ma un surrogato del desiderio di amare attraverso l’illusione delle emozioni che scaturiscono da un' immaginaria, segreta, personale ombra che riempiamo con i “nostri” pensieri e dipingiamo con i “nostri” colori. Come diceva Oscar Wilde: “La vita è quella che si racconta, non quella che si ha”.
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sandroitaly@supereva.it
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