domenica 17 febbraio 2008

RIFLESSIONE

E l'idea della baracca, dopo tutto, non è di Ira. Ha una storia. Era di Rousseau. Era di Thoreau. Il palliativo della capanna primitiva. Il posto dove sei ridotto all'essenziale, dove torni - anche se non è da lì che vieni - a decontaminarti e a dispensarti dall'impegno di lottare. Il posto dove ti togli - come un insetto durante la muta - le divise che hai indossato e i costumi che ti sei messo sulle spalle, dove ti spogli delle tue umiliazioni e del tuo risentimento, delle concessioni che fai al mondo e della sfida che gli lanci, della tua manipolazione del mondo e dei suoi maltrattamenti. L'uomo che invecchia se ne va nei boschi: il pensiero filosofico orientale abbonda di questo motivo, il pensiero taoista, il pensiero indù, il pensiero cinese. L'"abitante della foresta", ultima tappa sulla strada della vita. Pensate a quei dipinti cinesi del vecchio ai piedi della montagna, che rinuncia al tumulto dell'autobiografico. Era entrato vigorosamente in competizione con la vita; ora, calmatosi, indossata una faccia austera, entra in competizione con la morte, l'ultimo ineluttabile impegno che gli resta.

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